Mentre modellavo i bassorilievi nel Palazzo Giordano, mi sentivo appagata, ma, col tempo, mi accorgevo che il lavoro si stava impossessando sempre più dei miei pensieri: mi stava fagocitando...

Cercai rifugio in una “vita normale” e fu l'amore di un uomo a rasserenarmi, ma il testo di un telegramma “piombato” sul mio matrimonio suonò come un epitaffio: - Beatrice, sei morta all'arte -.

Affinché la mia scelta non si trasformasse in sconfitta, ho ripreso, se pur faticosamente, il lavoro artistico interrotto da otto anni. Tuttavia, da sempre, dopo ogni mostra, "la donna" con cui convivo mi distoglie dall'interesse per l'Arte e da ogni ambizione, per ricondurmi a ben altre cure, scelte per amore e quindi prioritarie.

Oggi sono paga? Sì! Perché, malgrado questo dualismo, quando “l'artista” sente dentro di sè l'urgenza di esprimesi, questa urgenza esplode come sempre su tela, creta, tufo, o altro materiale e nessun argine riesce a reprimerla.

Per me l'arte è un bisogno irrinunciabile

 

 

 

 

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foto giuseppe de nitto